Le notizie da

Verona

Le News di Doremifasol.org

Entra nel forum dei fans di Claudio Baglioni

Torna all'indice delle Rassegne Stampa Del Tour CRESCENDO

Febbraio

Marzo 

Aprile

Giugno 1 2 3

Maggio

Luglio1 2 3

Settembre

Ottobre

Novembre

 

7 Dicembre

Cantautori doc.

Concerto fiume di Baglioni: 3 ore abbondanti e oltre 30 canzoni. Il pubblico rimane conquistato

IL DIVO CLAUDIO NON SI RISPARMIA

Tanto impegno e qualche manierismo

 

di Beppe Montresor

Più di 30 canzoni, addirittura con qualche aggiunta rispetto alla prima tranche (quella interrotta dalla caduta di Treviglio) della tournée, 3 ore abbondanti di concerto senza sosta, perché questa volta anche gli intermezzi parlati non sono troppo frequenti, e l'allestimento scenografico, pur nei suoi mutamenti, fila via senza ritardi. Lui, il «divo Claudio», è sempre fascinoso e si percepiscono i fremiti del pubblico femminile, in visibilio sin dal momento dell'entrata in scena. Si capisce che l'incidente di Treviglio qualche preoccupazione la dà. Qualche ruga denuncia che anche lui, nonostante l'invidiabile forma fisica, proprio un ragazzo non è più, i movimenti sul palco - e ci mancherebbe altro, con tutti quegli oggetti disseminati sulle pedane semoventi - sono controllati onde evitare altri inciampi. Alla fine, dopo un ennesimo bis con Fammi andar via, pare che tutto il Palasport tiri un sospiro di sollievo per lui che, visibilmente felice, dice che il concerto è dedicato a tutti quelli che «sono caduti e si sono rialzati come lui».

«Insomma, ce l'abbiamo fatta», conclude sorridendo Baglioni al momento del commiato, e sembra davvero che lo sforzo sia stato collettivo, come una sorta di partecipazione affettuosa al ritorno dell'uomo della storia o della porta accanto, il concetto è il medesimo.

Questa sensazione di vicinanza totale degli spettatori (ed è un pubblico di varia età e tipologia, anche se la componente femminile è preponderante) si avverte presto, praticamente dall'inizio del concerto, e si esplica in maniera catartica quando comincia la sequela degli hit storici, da Strada facendo a Piccolo grande amore (con un intro un po' oscuro e spettrale, che sia il sintomo di una certa distanza tra il Baglioni di oggi e quello quasi adolescente di allora?), da Sabato pomeriggio a E tu.

Ed è quest'ormai assodata comunanza tra l'uomo sul palco e la sua gente a costituire, crediamo, ancora il grande motivo del successo di Baglioni. E' un tipo strano, a pensarci bene, il cantautore romano. A dispetto di tutto, anche della recente disavventura che dovrebbe invitarlo a risparmiarsi un po', sembra che abbia un rispetto enorme per il pubblico e magari un po' meno per se stesso. Lo diciamo perché concerti-fiume del genere gli impongono tour de force ammirevoli per generosità, ma che perdono qualcosa, almeno a livello potenziale, nel senso dell'attenzione agli arrangiamenti, alle sfumature, alle caratteristiche peculiari di ogni canzone. Si ha spesso la sensazione che Baglioni si preoccupi più della quantità del "cibo" somministrato al pubblico, che della sua accurata preparazione. E siccome - anche se magari il timbro si è un po' arrochito rispetto ai tempi migliori, e sui bassi l'enunciazione tende un po' perder chiarezza - Baglioni i fondamentali ce li ha tutti, noi ci aspettiamo ancora da lui, in futuro, un ulteriore colpo d'ala, il disco (e il concerto anche) misurato, profondo, intenso e meno prolisso e ridondante, che ancora ci deve dare. Qualche pezzo della più recente produzione è di buon livello ( Mai più come te, Quei due ), ma complessivamente sono ancora i già citati hit del passato (e mettiamoci anche Fotografie e Ragazze dell'Est, quadretti assai riusciti, e La pubblicità divertente, anche come rappresentazione scenica con Claudio ai fornelli) a distinguersi in un campionario che altrimenti non sfugge a manierismi e un po' di routine. Manierismi e routine che sono comunque del tutto graditi al consistentissimo pubblico del cantautore che a lui continua a profondere ovazioni e tripudii.

 

 

 

7 Dicembre

 

CLAUDIO CANTA CLAUDICANTE

 

di Giò Alajamo

VERONA. Claudio canta claudicante, ma d'altronde, con un palco senza sponde che si muove in alto e in basso, grande è il rischio di sbagliare il passo. A Treviglio gli è successo, e il ricordo rimarrà in eterno, perchè la cicatrice sulla tibia non è di quelle che spariscono: «Praticamente non c'è più carne sotto la pelle dove ho la ferita - racconta Baglioni nei camerini del palasport di Verona dove il tour "Crescendo" è ripartito dopo la pausa per incidente - e il medico non ha potuto che ricucire i lembi e adesso il tempo penserà a risanare. Ma non c'è problema, poteva andare molto peggio».

Passata la paura, la meccanica dell'incidente di Treviglio è diventata più chiara. Durante "Io sono qui", una delle ultime canzoni delle tre ore abbondanti di concerto, la pedana centrale delle cinque mobili che sostengono i musicisti, rimane una quarantina di centimetri sollevata rispetto alla base del palco. «Ma siccome le cinque pedane e le tre basi palco cambiano spesso durante lo spettacolo, ero convinto che a quel punto palco e pedana fossero allo stesso livello, ma girando attorno alla pedana a un certo punto non ho trovato più appoggio, sono caduto all'indietro, sulla schiena e la gamba dev'essere rimbalzata contro uno dei travetti metallici che sostengono la pedana, ho sentito una botta ma non mi sono reso conto a caldo del danno».

«Noi da sotto il palco avevamo capito che era successo qualcosa - raccontano i ragazzi del suo staff - e gli facevamo segno di fermarsi e venire giù. Lui invece niente, ha fatto ricominciare il pezzo daccapo e a muoversi come se niente fosse, dandoci anche delle occhiatacce. Intanto vedevamo tracce di sangue dove appoggiava il piede. Si è fermato quando ha sentito il piede che galleggiava nella scarpa nel sangue che usciva dalla ferita».

Ambulanza, ospedale, chirurgo e una battuta: «Questo tour ha già cominciato a farmi guadagnare dei punti...».

Non è la prima volta. Proprio a Verona il tour rosso gli fruttò uno stiramento, scendendo troppo in fretta dal tapis roulant che dominava la scena. Questa volta la città scaligera gli ha regalato una seconda "prima" senza apprensioni anche se la struttura teatrale dello show è forse troppo complessa. «Suonare tre ore su pedane instabili, che si muovono, con i palchi che salgono e scendono, fatti di grate, è faticoso come correre sulla sabbia», ammette Paolo Gianolio, chitarrista arrangiatore e caporchestra. La stanchezza è evidente. Uno dei musicisti si fa cogliere in uno sbadiglio leonino, ma il concerto scorre entusiasmando i fan con forse la più azzeccata scaletta degli ultimi anni, che pure lascia fuori un sacco di "roba buona". Lo spettacolo è ancora un "work in progress" «e lo sarà fino alla fine perchè ogni giorno cambiamo qualcosa o ci viene una nuova idea», dicono i due "inventori di oggetti" Mario Zumpano e Claudia Pacchiotti. I quattro livelli dello show hanno acquistato maggiore caratterizzazione rispetto all'esordio, con l'aggiunta di effetti sonori, giochi, nuvole e stelle metalliche sospese, un paio di tastiere che arrivano dall'alto. Qualche altra invenzione troverà posto nelle prossime date. Questo potrebbe anche essere l'ultimo dei tour a palco centrale: «Ci sta creando un sacco di problemi l'amplificazione negli auricolari - dice Claudio - al punto che a volte rischio figuracce, perchè non riesco a sentire il suono e perdo la tonalità di riferimento. Ogni palasport ha problemi differenti. Qui c'erano dei punti in cui il ritorno di suono dell'amplificazione sospesa mi creava degli echi nelle orecchie e non capivo più nulla». Particolari, di cui gli oltre cinquemila presenti si sono accorti appena. Domani si replica a Trieste, il 10 e l'11 sarà a Trento mentre l'appuntamento del 26 gennaio al Palaverde di Villorba probabilmente andrà al raddoppio della data.

 

 

 

5 Dicembre

 

 

RIPARTITO IL "CRESCENDO TOUR" DI UN BAGLIONI RICUCITO

 

Verona. Dopo aver rimediato quindici punti di sutura alla gamba cadendo malamente sul palco a più pedane mobili del suo concerto, davanti ai fan radunati al palasport di Treviglio, Claudio Baglioni ha ripreso ieri neanche troppo claudicante il suo "Crescendo tour" con il primo dei due spettacoli previsti al Palasport di Verona. Esaurito lo show di ieri, ancora un migliaio di biglietti disponibili per quello di stasera, con diverse modifiche in corso d'opera. Rispetto all'esordio torinese sono state modificate le luci, che ora caratterizzano maggioremente le primi tre fasi dello show, ed è stato arricchito il finale, che rappresenta il raggiungimento del successo e diventa un vero e proprio concerto nel concerto con luci motorizzate, fumi, e tastiere che arrivano in volo. Altri momenti scenici vanno aggiungendosi data dopo data e già lo show di stasera sarà probabilmente un po' più ricco di trovate di quello di ieri. Lunedì sarà a Trieste e il 26 gennaio al Palaverde di Villorba (tv).

 

 

5 Dicembre

Venezia Rimarginata la ferita alla gamba fattasi cadendo malamente sul palco a Treviglio (15 punti di sutura e una settmana di stop), Claudio Baglioni riparte oggi un po' compunto da Verona con il suo tour "Crescendo": due date al palasport, questa sera e domani, per rimettere in pista uno spettacolo giocato sul filo del tempo e dell'invenzione, con tre palchi a rappresentare diversi momenti del percorso artistico e cinque pedane mobili a fare da coreografia assieme a vari oggetti intercambiabili per quasi tre ore di musica che si apre dalla cantina dei desideri e vola via fino al "successo". Ma il weekend veneto non porta solo il "viaggiatore della porta accanto" sulle scene. Questa sera al Palafenice di Venezia c'è infatti Alex Britti con la sua chitarra e un po' di effetti elettronici a replicare dopo qualche mese e davanti a un pubblico ben più ampio, il singolare concerto "Per chitarra piede e voce" che lo ha visto esibirsi quest'estate nel giardino caro a Wagner di Cà Vendramin Calergi. Fu uno degli interessanti appuntamenti proposti ai veneziani dal Casinò che replica in questi giorni con altre scelte di assoluto rilievo. Dopo il divertente show di Jarabe de Palo, il teatro di tela del Venice Casinò a Ca' Noghera ospita infatti domani sera la grande cantante scalza di Capo Verde, Cesaria Evora, e si appresta ad accogliere la prossima settimana i Chieftains, vera leggenda della musica irlandese, che da 40 anni portano per il mondo una musica tradizionale in cui affondano le radici di molti generi e stili contemporanei, e che ha affascinato da Van Morrison ai Rolling Stones, da Sting agli U2. I Chieftains di Paddy Moloney dalle origini si muovono per il mondo cercando affinità e contaminazioni. Hanno suonato con musicisti rock, country, classici, gospel, leggeri, tradizionali, d'avanguardia, trovato cornamuse della Galizia e ritmi irlandesi in America. Il più longevo gruppo del mondo ha perso quache mese fa l'arpista Derek Bell e per ricordarlo si è rimesso in moto dedicandogli questo nuovo tour e un album "Down the old plank road, Vol.2" che recupera la seconda parte delle session con musicisti tradizionali folk e country americani. Cesaria Evora invece arriva sabato a Ca' Noghera nel suo nuovo ruolo di ambasciatrice dell'Onu contro la fame nel mondo e un nuovo album, "Voz D'Amor", di cui fa parte la bellissima "Mar de Canal", dedicata alla sua terra natale e recentemente donata al programma contro la fame nel mondo delle Nazioni Unite. Ma il weekend veneto ha anche altri appuntamenti interessanti. Intanto Tommy Emmanuel, straordinario chitarrista australiano, maestro di fingerstyle, che sarà all'Havana Club di Treviso, zona Fonderie, domani sera, mentre gli amanti del reggae potranno andare a Roncade dove al New Age sono attesi gli Africa Unite.G. Al.

 

 

 

 

5 Dicembre

 

Baglioni fa emigrare la Groups La sfida con Treviso ad Albaredo Il concerto di Baglioni al Palasport fa emigrare il Groups Verona. La squadra gialloblù dovrà giocare in provincia una delle partite più importanti della stagione. Domani alle 15 i ragazzi di mister Zego affronteranno il Treviso capoclassifica al palazzetto dello sport di Albaredo d’Adige, in via del sole. L’ingresso sarà libero.

 

 

 

5 Dicembre

 

Cantautori Doc. Doppio appuntamento nella città di Giulietta e Romeo per il tour invernale dell’artista romano Il Commendatore dell’amore Il «Crescendo» tour di Baglioni stasera e domani al Palasport di Verona Verona. Sintonizzato sull’ultimo cd «Sono io. L’uomo della storia accanto», dove il filo conduttore è l’amore in tutte le sue forme e manifestazioni, il «Crescendo» tour invernale di Claudio Baglioni farà una doppia sosta nel Palasport scaligero dopo l’incidente di Treviglio che lo ha costretto a rimandare alcune date. Stasera e domani, infatti nell’ambito della rassegna «Cantautori Doc» organizzata dal Comune in collaborazione con Eventi, il «Commendatore dell’amore» con i suoi successi farà tornare a sognare tre generazioni di Giuliette e Romeo. Ancora una volta, dunque, Baglioni gioca la carta dell’innovazione e della ricerca espressiva e visiva, per incastonare in un nuovo habitat scenico e narrativo un repertorio assolutamente unico. Era il 1970 quando il singolo «Signora mia» lo fece conoscere al grande pubblico. Poi uscirono «Questo piccolo grande amore» (definita la «canzone più bella del secolo», ndr ), «E tu», «Sabato pomeriggio», «Poster» e tantissimi altri successi, con gli album «Avrai» e «La vita è adesso», «Oltre», alla fine degli anni ’90, e perfino in televisione con le trasmissioni al fianco di Fabio Fazio, quasi contemporanee all’uscita, nel ’95, di «Io sono qui». Sono passati 30 anni esatti dal suo primo tour italiano: era il 1973. Baglioni, il cantautore italiano più a-politico che la storia abbia mai conosciuto, ha saputo reinventarsi e catturare un pubblico vastissimo. Ed eccolo qui oggi, questo «Richard Gere del pentagramma» nostrano, pronto a percorrere ancora una volta l’Italia per abbracciare i suoi affezionatissimi fans. Ma stavolta il 52enne cantautore romano ha scelto una dimensione decisamente «più raccolta, più essenziale, più intima». Ma non per questo il concerto si annuncia meno spettacolare, dopo che la scorsa estate oltre 320.000 spettatori lo hanno applaudito negli stadi di 8 città per quello che è stato riconosciuto come il più grande spettacolo musicale mai prodotto e realizzato nel nostro Paese (120 metri di palco, un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più di 300 performer). Alla base del nuovo disco ci sono infatti due esigenze: quella di riaffrontare e ripensare i momenti più importanti e carichi di significato della sua lunga carriera e al tempo stesso voltare pagina. Il concerto comincerà alle 21 e durerà più di tre ore. Cancelli aperti dalle 19. Prevendite: Box Office 045 8011154, nelle filiali di UniCreditBanca. Per ulteriori informazioni: Eventi 045 8039156. di Giuseppe Mazzei

 

 


4 Dicembre 2003

Il cantautore rassicura i fan dopo la caduta a Treviglio: «Sto bene nonostante quindici punti di sutura»
«IO, L’UOMO DELLA STORIA ACCANTO»
Claudio Baglioni in concerto domani e sabato al Palasport

di Beppe Montresor


Trattandosi di un personaggio di enorme e duratura popolarità, che viene spesso soprannominato il "Divo Claudio", parrebbe difficile da credersi, ma fuori dalle luci del palco Claudio Baglioni si pone veramente come «l'uomo della porta accanto», per parafrasare il suo ultimo album («Sono io. L’uomo della storia accanto»). Se ne ricorderà chi era presente, per esempio, a quegli incontri con il pubblico che anche a Verona il cantautore romano tenne qualche anno fa (all'Hotel Due Torri) prima del concerto serale. Forse anche questo è uno dei motivi del suo successo ad ampio raggio. Anche dalla cornetta del telefono, per una chiacchierata in vista del doppio concerto scaligero al Palasport (domani e sabato con inizio alle 21 per la rassegna «Cantautori Doc»), arriva la sensazione di una persona "alla mano" e spiritosa, arguta e con i piedi ben per terra. Ci rassicura innanzitutto, scherzandoci sopra, sul suo stato di salute, dopo la caduta sul palco a Treviglio, che lo ha costretto ad annullare alcune date del tour intitolato «Crescendo».


«I miei musicisti dicono che con questa caduta ho acquistato altri punti (quindici, di sutura, ndr ). Scherzi a parte sono quasi completamente a posto. Del resto lo dicevo anch'io, negli intermezzi parlati di "Incanto", il tour acustico solista dell'anno scorso: io sono indistruttibile, o quasi. Mi è andata bene, in verità, cadere così di schiena, tutta colpa mia, mi sono dimenticato di certe soluzioni nella scenografia e il bello è che l'idea alla base del progetto scenografico di questo tour è mia. Il senso di questo allestimento, piuttosto ponderoso e complicato - ma adesso l'abbiamo un pò ripulito - non è quello di stupire il pubblico, ma di comunicare una sorta di metafora della crescita. Da lì il titolo del tour».

A VERONA LEI È VENUTO PARECCHIE VOLTE, IN DIVERSE SITUAZIONI. QUALCHE RICORDO PARTICOLARE?
«Beh, sicuramente mi ricordo bene un concerto nel '96, era il tour "Rosso", e anche lì mi sono fatto male, un forte strappo muscolare, poi però la tournée proseguì benissimo, io sono uno di quei "calciatori" che vogliono scendere comunque in campo. Naturalmente scherzo, Verona è una città straordinaria, sono sempre stato accolto con grande affetto dal pubblico. Ci ho fatto una delle mie prime esibizioni, addirittura nel 1968, in un piccolo teatro di cui non ricordo il nome, insieme ad altri giovani cantanti. Tra i tanti bellissimi ricordi, il Festivalbar del 1976. Era un periodo di grande contestazione, e fui l'unico, tra tutti i partecipanti, a non essere pesantemente fischiato».

RECENTEMENTE HA VINTO IL PREMIO LUNEZIA PER I TESTI DEL SUO ULTIMO DISCO, PERÒ PER MOLTA CRITICA LA SUA CANZONE È NAZIONAL-POPOLARE PER ECCELLENZA; SI SENTE UN PO' SNOBBATO COME CANTAUTORE?
«No, assolutamente, non mi sento in debito o in credito con la critica, a volte sin troppo generosa con me; e poi con l'età si acquista saggezza, a me il pop piace, non mi disturba se mi definiscono così, l'importante è liberare la mente da troppi schematismi».

I SUOI CONCERTI, NEGLI ULTIMI ANNI, SONO SEMPRE MOLTO LUNGHI, TRE ORE O PIÙ. SCELTA O NECESSITÀ, GENEROSITÀ O NARCISISMO?
«Probabilmente un po' di tutte queste cose messe insieme. La dimensione dal vivo è l'unico vero momento di incontro con il pubblico. Mi piace il mio mestiere, quando canto sono davvero felice, sfioro l'estasi per così dire. E poi credo che chi, come me, è in giro da tanti anni, e ha dal pubblico una tale risposta, si senta in debito, si senta di dover sempre ripagare il successo avuto. Se non si sente questo, e se va persa la curiosità di provare cose nuove, non ha senso, ma già dopo vent'anni, continuare a cantare»

 

 

 

03/12/2003
Cantautori doc . Tre gli appuntamenti: il cantautore e l’autrice di «Ladra di vento» al Palasport, la rivelazione di Sanremo al Filarmonico
Il divo Claudio e 2 stelle femminili
Doppietta di Baglioni venerdì e sabato, poi Elisa l’8 e Giorgia l’11

«Soprattutto il concerto di Giorgia, giovedì 11 al Palasport, sarà un banco di prova fondamentale, che potrà anche condizionare la portata dei futuri eventi musicali in città. L'aspettativa del pubblico scaligero è di alto livello, e siamo convinti che le scelte effettuate ci daranno ragione». Così Luciano Guerrini, assessore allo Spettacolo e anche allo Sport (in questo caso le deleghe si incontrano, visto l'utilizzo del Palasport come sede di alcuni concerti), ieri in conferenza stampa al Liston 12, insieme ad Ivano Massignan, presidente di Eventi, per presentare e "benedire" la "settimana di fuoco" della rassegna Cantautori doc. 
Si comincia con la "consueta" doppietta di Claudio Baglioni, venerdì (tutto esaurito) e sabato (ancora qualche biglietto) al Palasport. E' un tour nato tra mille difficoltà, quello avviato da Baglioni con il titolo Crescendo un paio di settimane fa. Prima le polemiche a Genova, per un disguido dell'organizzazione che ha venduto più biglietti di quelli effettivamente disponibili, poi l'infortunio del Divo Claudio a Treviglio, caduto di schiena da un livello all'altro della piattaforma con conseguente forte botta, quindici punti di sutura, e il forzato annullamento di alcuni concerti. 
«Siamo stati in apprensione», spiegava Massignan, «per questo concerto. Adesso Claudio si è rimesso, abbiamo risolto qualche problema relativo ad un apparato scenografico elaborato e complesso, per cui ci è stato richiesto un giorno e mezzo in più di utilizzo del Palasport che, grazie alla disponibilità dell'assessore Guerrini, siamo riusciti ad ottenere. Diciamo che le due tappe di Verona costituiscono la vera "prima" del nuovo tour di Baglioni, che dopo la sosta è stato un po' limato e corretto». Il concerto comincerà alle 21, e sarà molto lungo, più di tre ore. Cancelli aperti alle 19. 
Dal Palasport al Teatro Filarmonico, lunedì 8 sempre alle 21, per il recital acustico di Elisa (vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo) giovane astro ma stabilmente illuminato, della nuova canzone italiana (anche se lei predilige l'inglese). Anche Elisa, come il "quasi architetto" Baglioni (a Claudio mancano pochi esami alla laurea) si è curata in prima persona della scenografia e dell'apparato video per questo tour, intitolato Lotus come il suo ultimo disco. 
Dicevamo, infine, la grande scommessa di Giorgia, al Palasport giovedì 11 dicembre. 
«Per Elisa», ha detto Massignan, «siamo molto contenti, perché al Filarmonico manca già poco all'esaurito. La particolarità del concerto di Giorgia (il cui ultimo successo è Ladra di vento ) sta in un allestimento scenografico lussuoso, di alto livello e grande impatto, sintomatico del cambiamento d'immagine voluto dalla cantante romana, che si propone in versione "femme fatale". Ci sono musicisti di caratura internazionale, l'arrangiatore è lo stesso di Whitney Houston. Insomma è un appuntamento di grossa portata, che spero venga recepito dal pubblico veronese. Ci teniamo ancora più del solito, insomma, al tutto esaurito, perché è uno spettacolo che, non lo nascondo, ci costa molto». 
Beppe Montresor 

 

18/11/2003 Prove aperte per gli Associati Con riferimento all'oggetto si comunica che per tutte le date del Tour "Crescendo" 2003/2004 di Claudio Baglioni, a tutti i soci in regola con l'iscrizione all'Associazione Culturale ClaB, è riservata l'entrata anticipata per assistere alle prove dei concerti. Pertanto l'ingresso è previsto alle ore 17:00 presso i cancelli contraddistinti dal cartello "Ingresso ClaB", dove sarà necessario esibire la tessera ClaB, un documento d'identità e il biglietto valido per il concerto in programma