A PAPA GIOVANNI PAOLO II.

NOI DELLA REDAZIONE DI INSIEME 2001, LO RICORDIAMO CON

LE SUE STESSE POESIE.

Ecco alcune poesie tratte dal Trittico romano, l’opera consegnata alle stampe in polacco nel Marzo del 2003. Una raccolta di dodici liriche dove il pontefice si confessa riesaminando il suo pontificato, segue il filo dei ricordi, delle emozioni, dei sentimenti. I versi che il Papa ha chiamato meditazioni sono divisi in tre momenti. La natura, la contemplazione della Cappella Sistina e del genio di Michelangelo, e una sorta di testamento che il Pontefice affida ai Cardinali.

Lo stupore

Il Primo Vedente

Dio dell’Alleanza

Epilogo

 

Lo stupore

Seno di bosco discende

al ritmo di montuose fiumare.

Questo ritmo mi rivela Te,

il Verbo Primordiale.

Com'è stupendo il Tuo silenzio

in tutto ciò che da ogni dove propala

un mondo reale...

che assieme al seno di bosco

scende giù da ogni versante...

tutto ciò che con sé trascina

l'argentata cascata del torrente,

che dal monte cade ritmato,

trasportato dalla propria corrente...

- dove trasportato?

Che hai detto, torrente di monte?

In che luogo t'incontri con me?

Con me che sono altresì perituro

come te, siffatto...

Ma cosiffatto come te?

(Di fermarmi qui, acconsenti -

consentimi di fermarmi al varco,

ecco uno di questi semplici portenti.)

Non si stupisce una fiumara scendente

e silenziosamente discendono i boschi

al ritmo del torrente

- però un umano si meraviglia.

Il varco che un mondo trapassa attraverso l'uomo

è dello stupore la soglia,

(una volta, proprio questo portento fu nominato "Adamo".)

Ed era solo, col suo stupore,

tra le creature senza meraviglia

- per le quali esistere e trascorrere era sufficiente.

L'uomo, con loro, scorreva sull'onda dello stupore!

Meravigliandosi, sempre emergeva

dal maroso che lo trasportava,

come per dire a tutto il mondo:

"fermati! - in me hai un porto,

in me c'è quel luogo d'incontro

col Primordiale Verbo" -

"fermati, questo trapasso ha un senso,

ha un senso... ha un senso... ha un senso!"

Il primo Vedente

"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" - dice Paolo all'Areopago d'Atene -

Chi è Costui?

Come se fosse l'ineffabile spazio che avvolge tutto -

Lui il Creatore:

Domina ogni cosa, traendo l'esistenza dal nulla, e non soltanto in principio, ma di continuo.

Tutto perdura divenendo perpetuamente -

"Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto".

Il Mistero del principio nasce assieme al Verbo, si rivela attraverso il Verbo.

Verbo - perenne visione ed enunciazione.

Colui che creava, vedeva - vide "che ciò era buono", scorgeva con un concetto diverso dal nostro.

Lui - il primo Vedente -

Vedeva, ritrovava in tutto un'orma del suo Essere, della sua plenitudine -

Vedeva: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius -

Il nudo e il trasparente,

il vero, il buono e il bello -

Scorgeva con un concetto insolito, estraneo al nostro.

Una perenne visione ed enunciazione:

"Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto",

il tutto, in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo -

Il Verbo, lo stupendo Verbo primordiale, come un'invisibile soglia

di tutto ciò che è stato creato, esiste ed esisterà.

Come se il Verbo fosse la soglia.

La soglia del Verbo, in cui tutto era di foggia invisibile,

la divina e l'eterna - dietro questa soglia iniziano gli eventi!

Mi trovo sul limine della Sistina -

Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della "Genesi" -

Ma il Libro aspetta l'immagine.- E giusto. Aspettava un suo Michelangelo.

Perché Colui che creava, "vedeva" - vide, che "ciò era buono".

"Vedeva", ed allora il Libro aspettava il frutto della "visione".

O uomo che vedi anche tu, vieni -

Sto invocandovi "vedenti" di tutti i tempi.

Sto invocandoti, Michelangelo!

Nel Vaticano è posta una cappella, che aspetta il frutto della tua visione!

La visione aspetta l'immagine.

Da quando il Verbo si fece carne, la visione, da allora, aspetta.

Stiamo sulla soglia del Libro.

Questo è il Libro delle Origini - Genesis.

Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo,

non con le parole, ma con una ricchezza

affluente dei colori.

Entriamo, per rileggerlo,

passando dallo stupore allo stupore.

Così, allora, è qui - vediamo e riconosciamo

il Principio che sorge dall'inesistenza,

ubbidendo al Verbo della creazione;

Qui traspira da queste mura.

Ma forse la Fine affiora più intensamente.

Sì, ancor più efficacemente traspare il Giudizio.

Un Giudizio, un finale Giudizio.

Ecco la via che tutti attraversiamo -

ognuno di noi.

Dio dell'alleanza

O Abramo - Colui che entrò nella storia dell'uomo,

desidera, soltanto attraverso te, svelare questo mistero, celato dall'esordio del mondo,

un mistero più remoto del mondo!

Se oggi percorriamo questi luoghi,

da cui, tempo fa, era partito Abramo,

dove aveva udito la Voce, dove si era compiuta la promessa,

solo perché

potessimo fermarci sul limine -

per attingere al principio dell'Alleanza.

Poiché Dio aveva manifestato ad Abramo,

cosa è, per un padre, il sacrificio del proprio figlio - un'immolata morte.

O Abramo - così Dio ha amato il mondo,

che ha consacrato il suo Figlio, perché ognuno, che avrà fede in Lui,

possa attingere alla vita eterna.

- Fermati -

Io porto dentro di me il tuo nome,

il nome - segno dell'Alleanza

che il Verbo Primordiale ha stretto con te,

ancor prima che creasse il mondo.

Ricorda questo luogo, quando andrai via da qui,

luogo che rimarrà in attesa del suo proprio giorno -

Epilogo

E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,

si riuniscono i cardinali -

una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.

Giunge proprio qui.

E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.

"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo..."

Chi è Lui?

Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo...

Al principio Dio ha creato...

Costui che vede tutto...

La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:

Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.

"A te consegnerò le chiavi del Regno".

La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,

si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,

da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -

Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,

e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte.

All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.

"Con-clave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno.

Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,

tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.

E' dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!

Una finale trasparenza e luce.

La trasparenza degli eventi -

La trasparenza delle coscienze -

Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -

Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.

Tu che penetri tutto - indica!

Lui additerà….