BAGLIONI, LUTTAZZI, CUCINOTTA

Martedì 6 aprile, una giornata fra le star. Ancona si sveglia

 

di Claudia Gentili

ANCONA - Lui, Baglioni, concerto in serata. Contemporaneamente Luttazzi alle Muse. Nel pomeriggio Maria Grazia Cucinotta a inaugurare il cinema Goldoni. Una giornata così Ancona se la ricorderà ancora per chissà quanto tempo. Una giornata da star.

Dunque torna Claudio Baglioni. Sarà al Palarossini con il Crescendo tour (info 071.2901224). Torna dopo aver aperto la stagione di musica leggera alle Muse a gennaio dell’anno scorso, aver allestito il tour negli stadi a giugno per un mese al Del Cònero e dopo la tappa pesarese del 15 gennaio. Mai artista fu più di casa nelle Marche. Anche Fiorello, che quello stesso 15 gennaio si trovava ad Ancona con Fiore, nessuno e centomila se l’era chiesto: ma che gli fate a Baglioni che ogni 6 mesi sta qui?

 

E noi glielo chiediamo: Claudio Baglioni, che le facciamo?

«Evidentemente c’è qualche pozione magica. È la città che per ben due volte ha tenuto a battesimo due tour importanti, quello del 2000 e quello dell’anno scorso. Poi ci sono altri aspetti poco facilmente raccontabili legati alla sensazione di relax, dello star bene, dei bei posti che ci sono. Chissà, trafficavo tra Sirolo e Numana quand’ero un vacanziero di 18 anni. Mi sa che mi è rimasto dentro qualcosa».

E a proposito, il suo tastierista Stefano Melone è di Pesaro.

«È stato un ottimo incontro in questa rotazione di musicisti. A parte Gianolio, gli altri che suonavano con me da 15 anni sono cambiati. Una decisione consensuale per prendere un pò d’aria nuova».

Siete in tour da moltissimo.

«Abbiamo fatto 56 date e abbiamo deciso di smettere altrimenti potevamo morire. Ho deciso di inserirci anche Ancona in un secondo momento, perché mi dispiaceva che restasse fuori. In fondo questo non è lo stesso tour partito da voi ma ne è la continuazione in senso temporale».

E’ così diverso?

«Sì. Quello partito da Ancona era un tour ridondante. Stavolta siamo in 10 sul palco e la musica è di nuovo protagonista della situazione. Ma è sempre spettacolare. Per la prima volta si sviluppa in verticale. È il racconto di 36 anni di musica a partire dalla cantina dove strimpellavo con gli amici, fino a oggi».

E in mezzo?

«Crescendo è un termine musicale ma è anche quello che accade. La musica è la mia casa e volevo portarla nei palasport. La casa è una metafora della vita, dalla cantina alla pedana che si fa casa, poi c’è la terrazza, il tetto e infine il palco. Sono oltre 3 ore, 35 canzoni senza mai prender fiato».

Lo sa che martedì ad Ancona ci sarà anche Luttazzi?

«Luttazzi è un genio. Mio figlio ne andava pazzo fin dagli inizi. Si è trovato a fare televisione in un momento in cui esiste una lotta di potere più alto. Oggi la tv è luogo di competizione per altri interessi e forse lui stesso ha dovuto estremizzare alcune posizioni».

Infatti è stato costretto a lasciare il video.

«Può anche essere una fortuna. Non è detto che la tv... insomma bisognerebbe imparare dal caso Grillo».

Anche lei ultimamente è stato diverse volte in Tv, specie da Costanzo.

«Sì. Un paio pe rraccontare la mia storia musicale. La terza è stata per il movimento di opinione a cui mi sono affiancato in aiuto di Alessandro, un ragazzo di Padova di 27 anni costretto a letto per mancate cure antibiotiche dopo un’operazione. La Sai Fondiaria ha chiesto di poter sponsorizzare 8 miei concerti il cui ricavato andasse in beneficenza e ho accettato. È una storia bella in mezzo a tanto cinismo. Magari invece è lui ad aiutare noi, a fermare questo carrozzone che spesso corre corre ma senza sapere più dove sta andando».