Eccomi qua, due ore di sonno, nella testa mille pensieri, nel cuore una grande emozione… cerco di andare con ordine.

Ieri mattina, vedendo il tempo che non prometteva niente di buono, mi è tornato in mente quello che è successo a Ravenna, e mi è venuta un’ansia terribile pensando al fatto che Claudio mancava dallo stadio di Cosenza dal 1986, che stava per tornarci e che sarebbe potuto anche saltare tutto. Invece non è andata così, dopo le mille preghiere di tutto il gruppetto dei clabbers calabresi, nel pomeriggio il sole ha fatto capolino sulla mia bella città e… scampato pericolo (anche se durante la serata qualche goccia di pioggia è venuta giù)! Alle 14.30, in compagnia della mia amica Pamy (che ormai ho totalmente contagiato), sono già davanti allo stadio per l’appuntamento con il gruppetto venuto su da Catanzaro: Giulia (cartolinarosa), Stefy (che in realtà veniva da Roma), Maria Greca, Raffaele, Francesco… e inizia la nostra lunga attesa, nella speranza di poter entrare prima, visto che il parterre non era numerato; attesa comunque piacevole, fra chiacchiere, racconti, risate, preparazione delle coreografie, foto ricordo… Finalmente alle 19.50 ci fanno entrare, la corsa verso il prato e la sorpresa che i posti per i clabber più fortunati (noi) l’organizzazione li aveva conservati, insomma prima e seconda fila quasi tutta per noi. Per una mezz’oretta abbiamo distribuito palloncini rossi e blu (i colori della mia città), scintille, coriandoli, tirato fuori gli striscioni, insomma ci siamo preparati al meglio. Alle 21.30 si sono spente le luci e con “Strada Facendo” abbiamo iniziato a “cercare” sensazioni, emozioni, sorrisi, in compagnia del nostro grand’uomo.

Cercando fra Tutto in un abbraccio, Mai più come te, Sono io, Notti, Poster, Chi c’è in ascolto, Con tutto l’amore che posso, il medley con Amore bello (lacrimuccia), E tu, Sabato pomeriggio, Solo, fino a Mille giorni di te di me, La vita è adesso, Via….

Cercando Claudio, visibilmente emozionato nel ricordare quel lontano 1986, quando molti di noi erano poco più che ragazzini.

Cercando Claudio, guardarlo sorridere, divertirsi con noi che agitavamo palloncini, in piedi sulle sedie, guardarlo mentre insieme a noi saltava sulla vita.

 

Cercando un contatto e rendersi conto che c’è stato davvero, quando lui ha preso la rosa che avevo in mano, ha fatto un inchino, si è messo la mano sul cuore e poi ha stretto la mia mano tremante. Lo sguardo e il sorriso di Clà, le mie lacrime, quasi liberatorie, a fine concerto, la gioia di aver condiviso tutto questo con delle persone speciali.

Grazie a Claudio.

Grazie a tutti loro.

Anna

LampadaOsram