| Verona
                         NOSTRO
                        INVIATO
                         Aveva
                        appena finito il lungo tour nei teatri culminato con la
                        messa in rete delle sue canzoni poi raccolte in un
                        megacofanetto venduto via internet dopo essersi reso
                        conto che, nonostante tutto, la rete è ancora troppo
                        giovane per la gran parte dei suoi fan. Ora lo
                        ritroviamo a Verona, quasi a sorpresa e in sordina, per
                        un concerto gratuito al palasport che apre la campagna
                        "O ci sei o ti fai" del ministero, con il
                        supporto della comunità di San Patrignano e altre
                        associazioni di volontariato. Insomma il viaggiatore del
                        sogno contro i "viaggi" di altro tipo. «Ma
                        non vorrei diventare testimonial o trascinatore di
                        nessuna campagna - dice Claudio Baglioni - semplicemente
                        ero in studio a registrare il mio prossimo disco quando
                        è arrivata la proposta di fare questi concerti, a
                        Verona e poi il 9 a Roma, ci siamo guardati in faccia
                        con i musicisti e ci siam detti: "Ci sei o ti fai?
                        Noi non ci 'facciamo' quindi mi sa che bisogna
                        esserci..."».
                         Il
                        risultato è oltre due ore di concerto in quartetto
                        anche se con un consistente supporto tecnologico di
                        parti strumentali preregistrate a vestire i brani dei
                        suoni "giusti".
                         Il
                        pubblico non è quello delle grandi occasioni. La
                        distribuzione degli inviti, unico modo per accedere, ha
                        preso strade curiose, per cui uno spettacolo rivolto ai
                        giovani e agli studenti è forse quello di Baglioni con
                        il maggior numero di volti adulti e perfino anziani, con
                        qualche posto vuoto e molti fan a lamentarsi per non
                        essere riusciti ad accedere allo show.
                         Pepi
                        Morgia ha creato per l'occasione un palco vuoto
                        illuminato dall'alto di tre tralicci metallici da luci
                        ambrate a scaldare l'ambiente con pochi tocchi e poche
                        luci essenziali. Un pianoforte a coda, una tastiera
                        elettronica, Lele Melotti alla batteria, Paolo Gianolio
                        alle chitarre, Paolo Costa al basso, Baglioni torna a
                        offrire un ampio estratto del suo repertorio.
                         Parte
                        da solo con "Io sono qui" e poi attraversa con
                        la band "Le vie dei colori", "Vivi",
                        "Dagli il via". Da solo con la chitarra
                        restituisce a "Poster" la forma originaria,
                        aiutato dall'inevitabile coro del pubblico che lo segue
                        in "Acqua dalla luna", "Chi c'è in
                        ascolto", "Quante volte", "Quanto ti
                        voglio" e "Bolero". "Avrai" in
                        versione solitaria precede il momento di magior
                        significato della serata con "Cuore di
                        aliante" e un'intensa "Uomini persi". «Non
                        bisogna perdere gli uomini, non bisognaperdere uomini
                        neanche in qualla grande follia che pè la guerra»,
                        dice precedente l'antimilitarista "Ninna nanna
                        nanna ninna" tratta da Trilussa. E visto che il
                        tema della serata è il rifiuto delle droghe "Noi
                        no" diventa una dichiarazione d'intenti a tema, non
                        senza aver denunciato che non ci sono solo le droghe
                        classiche ma anche un «mondo drogato e forsennato di
                        suo, con l'informazione che non cerca la verità e una
                        democrzazia che di fatto non c'è».
                         Diventa
                        un messaggio di speranza "Un giorno nuovo" e
                        un regalo agli "amici" il riassunto di una
                        vita, da solo con il coro, riproponendo le sua canzoni
                        più amate, da "Amore caro amore bello" a
                        "E tu", "Sabato pomeriggio",
                        "Tu come stai" e un inusitato ritmo
                        elettrofunk per "Questo piccolo grande amore"
                        prima del finale, "Adesso la pubblicità",
                        "Mille giorni di te e di me", e i bis, da
                        "Strada facendo" a "La vita è
                        adesso" e "Via".
                         Il
                        nuovo disco? «Sarà pronto per febbraio-marzo. Le
                        musiche ci sono, i testi quasi. Sto cercando di non
                        farmi incastrare dall'album a tema e di semplificare le
                        musiche. Ci saranno molte chitarre, sezioni d'archi e
                        una di fiati a fanfara, una cosa un po' bandistica, e
                        poca elettronica. Ho scritto venti brani e insieme con i
                        musicisti faremo una scrematura lasciandone una dozzina».
                         L'8
                        dicembre a Roma terrà il consueto raduno del ClaB, con
                        un concerto autocelebrativo per la goduria dei suoi fan
                        più accaniti e organizzati.
                         Il
                        problema droga? «Si parla molto di una generazione
                        vuota. Secondo me invece è troppo piena, troppi
                        stimoli, troppe pressioni, troppe offerte. I ragazzi
                        avrebbero bisogno di essere svuotati un po' e di
                        prendersi un po' di tempo per pensare e dare valore alle
                        cose».
                         Televisione.
                        L'idea di un programma tuo è sempre in piedi? «Le
                        proposte ci sono. Mi avevano anche proposto di andare a
                        "Operazione Trionfo" a fare la chioccia, ma
                        l'idea della chioccia non mi è andata molto giù.
                        Comunque finchè l'unico problema della tv è l'auditel
                        la cosa non mi interessa. In mutande come Morandi mi ci
                        sono già messo anni fa, da Celentano...».
                         Giò
                        Alajmo Torna
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