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        all'indice delle Rassegne Stampa Del Tour CRESCENDO
                
         
 7 Aprile 2004 
        RIMINI - L'atmosfera è tranquilla, fatta di
 signore e ragazze, qualcuna
 accompagnata da fidanzato e amici, altre in
 gruppetti, amiche, sorelle.
 Dentro, il 105 Stadium non è gremitissimo ma
 accoglie 4000 persone (lui è
 abituato ai sold out, ma ha cantato a Forlì due
 settimane fa e questa data
 era un fuori programma). Il palco è là dove ci ha
 abituato negli anni, in
 basso, al centro del palazzetto, vicino vicino
 che ti immagini di poterlo
 toccare. Anzi, qualcuna ci prova davvero a
 toccarlo, subito bloccata dai
 >body guard, presenti ma non invadenti. Ore
 21.15, Claudio Baglioni sale sul
 palco in un'esplosione di ormoni quasi
 imbarazzante, ma ci si sarà
 abituato, alla soglia del 53esimo compleanno (il
 16 maggio come tutte
 sanno) e in una forma sempre più smagliante.
 Anche la sua vita è stata un
 Crescendo, come il titolo di questo tour: da
 nasone arruffato occhialuto e
 pure timido (ma sempre adoratissimo), si è pian
 piano trasformato: prima in
 uno splendido quarantenen brizzolato, poi in un
 cinquantenne scattante e
 atletico, che non prende il fiato nemmeno una
 volta in tre ore e un quarto
 di concerto filato, urlando a squarciagola come
 se avesse vent'anni, con la
 voce di sempre e una grande voglia di
 reinventarsi e giocare. Non
 dev'essere facile stargli dietro, visto che in
 questo giro d'Italia si è
 fatto accompagnare da musicisti nuovi e giovani
 (a parte il chitarrista
 Paolo Gianolio, osannato dalla folla che lo
 conosce bene), e l'unica
 defaillance che gli si può imputare è una certa
 mancanza di concentrazione,
 visto che ogni tanto sbaglia i testi delle
 canzoni più vecchie, subito
 corretto dal pubblico competente; del resto si
 tratta di un peccato
 >veniale, visto che il tour sta arrivando alla
 fine dopo aver praticamente
 raddoppiato le date previste (ancora stasera al
 Palarossini di Ancona e l'8
 al Mazda Palace di Torino, poi riposo sul Mar
 Rosso).Il concerto: una
 overdose di un Claudio Baglioni doc che basta
 pure a placare le ansie dei
 più scatenati, una performance ad altissimo ritmo
 e intensità che quando
 sembra aver dato tutto ricomincia daccapo e va
 avanti ancora per 75 minuti.
 Il palco che il quasi architetto Baglioni ha
 disegnato si alza e si
 abbassa, trasformandosi da cantina a soggiorno
 con camera da letto e futon
 dove l'ex timido mima pure castamente un atto
 sessuale (cantando la sexy
 Domani mai da Oltre). La terrazza infine diventa
 palco e lo show una vera
 >escalation di successi. Lui rischia la vita
 ancheggiando una lap dance ai
 tralicci e scatenando reazioni inconsulte. Gioca
 con i riflettori, scansa i
 facchini-collaboratori che spostano in
 continuazione strumenti e oggetti di
 scena, si toglie e si mette giacche, sciarpe e
 camice, sculetta e saltella,
 non tocca il pianoforte (che del resto non c'è,
 sostituito da tastiere),
 indossa una chitarra con catarifrangenti sulla
 cinta, si commuove persino
 un po' sul finale quando, dopo aver stremato il
 pubblico, chiede
 teneramente di portare nel cuore almeno un po' di
 questa serata riminese.
 Cominciata nel segno di Yesterday (una versione
 non memoriabile) per
 ricordare gli esordi in cantina, tra mobili
 polverosi e vecchi bauli, e
 conclusasi in un Crescendo (appunto) che ha
 riservato al finale delle vere
 e proprie "bombe" di energia: Io sono qui, La
 vita è adesso, Via. E pensare
 che c'era qualcuno che lo chiamava "Agonia": a
 vederlo oggi si potrebbe
 cambiare il nomignolo in "Energia" o "Voglia di
 vivere". Perché persino le
 canzoni più romantiche (qualche eretico direbbe
 melense) si sono
 trasformate con arrangiamenti più sofisticati e
 concedendo poco spazio alla
 cantilena. Riesce difficile anche cantarle in
 coro come ci si è abituati in
 tanti anni di fedeltà a un artista maniaco del
 live. Anche se ormai il divo
 Claudio ha ceduto le armi e concesso al suo
 pubblico (fedele, fedelissimo
 forse come quello di nessun altro nel nostro
 Paese) di avere una parte
 precisa nella partitura di ogni concerto,
 lasciando che siano le "curve"
 scatenate a intonare i ritornelli-slogan: noi,
 noi no, da solo continuerò,
 strada facendo vedrai, strada facendo troverai,
 tu come stai?, sarà una
 nuova età o solo un'altra età...Ampio spazio a
 Sono io l'uomo della porta
 accanto (Sony 2003) ma nessun brano storico
 "rinnegato": il concertone
 antologico non scontenta nessuno e non lascia il
 fiato per chiedere i
 bis.Con Baglioni sul palco, oltre agli archi
 declinati al femminile, Mario
 Guarini albasso, Stefano Melone alle tastiere,
 Adriano Molinari alla
 batteria. Cinquantaquattresimo dei cinquantasei
 concerti del tour de force.
 Vera Bessone
 
 
                    
                   
 7 Aprile 2004 
          
          
        amiche, sorelle. Dentro, il 105 Stadium non è 
        gremitissimo ma accoglie 4000 persone (lui è abituato ai sold out, ma ha 
        cantato a Forlì due settimane fa e questa data era un fuori programma). 
        Il palco è là dove ci ha abituato negli anni, in basso, al centro del 
        palazzetto, vicino vicino che ti immagini di poterlo toccare. Anzi, 
        qualcuna ci prova davvero a toccarlo, subito bloccata dai body guard, 
        presenti ma non invadenti. Ore 21.15, Claudio Baglioni sale sul palco in 
        un’esplosione di ormoni quasi imbarazzante, ma ci si sarà abituato, alla 
        soglia del 53esimo compleanno (il 16 maggio come tutte sanno) e in una 
        forma sempre più smagliante. Anche la sua vita è stata un Crescendo, 
        come il titolo di questo tour: da nasone arruffato occhialuto e pure 
        timido (ma sempre adoratissimo), si è pian piano trasformato: prima in 
        uno splendido quarantenen brizzolato, poi in un cinquantenne scattante e 
        atletico, che non prende il fiato nemmeno una volta in tre ore e un 
        quarto di concerto filato, urlando a squarciagola come se avesse vent’anni, 
        con la voce di sempre e una grande voglia di reinventarsi e giocare. Non 
        dev’essere facile stargli dietro, visto che in questo giro d’Italia si è 
        fatto accompagnare da musicisti nuovi e giovani (a parte il chitarrista 
        Paolo Gianolio, osannato dalla folla che lo conosce bene), e l’unica 
        defaillance che gli si può imputare è una certa mancanza di 
        concentrazione, visto che ogni tanto sbaglia i testi delle canzoni più 
        vecchie, subito corretto dal pubblico competente; del resto si tratta di 
        un peccato veniale, visto che il tour sta arrivando alla fine dopo aver 
        praticamente raddoppiato le date previste (ancora stasera al Palarossini 
        di Ancona e l’8 al Mazda Palace di Torino, poi riposo sul Mar Rosso).Il 
        concerto: una overdose di un Claudio Baglioni doc che basta pure a 
        placare le ansie dei più scatenati, una performance ad altissimo ritmo e 
        intensità che quando sembra aver dato tutto ricomincia daccapo e va 
        avanti ancora per 75 minuti. Il palco che il quasi architetto Baglioni 
        ha disegnato si alza e si abbassa, trasformandosi da cantina a soggiorno 
        con camera da letto e futon dove l’ex timido mima pure castamente un 
        atto sessuale (cantando la sexy Domani mai da Oltre). La terrazza infine 
        diventa palco e lo show una vera escalation di successi. Lui rischia la 
        vita ancheggiando una lap dance ai tralicci e scatenando reazioni 
        inconsulte. Gioca con i riflettori, scansa i facchini-collaboratori che 
        spostano in continuazione strumenti e oggetti di scena, si toglie e si 
        mette giacche, sciarpe e camice, sculetta e saltella, non tocca il 
        pianoforte (che del resto non c’è, sostituito da tastiere), indossa una 
        chitarra con catarifrangenti sulla cinta, si commuove persino un po’ sul 
        finale quando, dopo aver stremato il pubblico, chiede teneramente di 
        portare nel cuore almeno un po’ di questa serata riminese. Cominciata 
        nel segno di Yesterday (una versione non memoriabile) per ricordare gli 
        esordi in cantina, tra mobili polverosi e vecchi bauli, e conclusasi in 
        un Crescendo (appunto) che ha riservato al finale delle vere e proprie 
        “bombe” di energia: Io sono qui, La vita è adesso, Via. E pensare che 
        c’era qualcuno che lo chiamava “Agonia”: a vederlo oggi si potrebbe 
        cambiare il nomignolo in “Energia” o “Voglia di vivere”. Perché persino 
        le canzoni più romantiche (qualche eretico direbbe melense) si sono 
        trasformate con arrangiamenti più sofisticati e concedendo poco spazio 
        alla cantilena. Riesce difficile anche cantarle in coro come ci si è 
        abituati in tanti anni di fedeltà a un artista maniaco del live. Anche 
        se ormai il divo Claudio ha ceduto le armi e concesso al suo pubblico 
        (fedele, fedelissimo forse come quello di nessun altro nel nostro Paese) 
        di avere una parte precisa nella partitura di ogni concerto, lasciando 
        che siano le “curve” scatenate a intonare i ritornelli-slogan: noi, noi 
        no, da solo continuerò, strada facendo vedrai, strada facendo troverai, 
        tu come stai?, sarà una nuova età o solo un’altra età...Ampio spazio a 
        Sono io l’uomo della porta accanto (Sony 2003) ma nessun brano storico 
        “rinnegato”: il concertone antologico non scontenta nessuno e non lascia 
        il fiato per chiedere i bis.Con Baglioni sul palco, oltre agli archi 
        declinati al femminile, Mario Guarini albasso, Stefano Melone alle 
        tastiere, Adriano Molinari alla batteria. Cinquantaquattresimo dei 
        cinquantasei concerti del tour de force.
 Vera Bessone
 
                    
                         
 18/11/2003
                  Prove aperte per gli Associati Con riferimento all'oggetto si
                  comunica che per tutte le date del Tour "Crescendo"
                  2003/2004 di Claudio Baglioni, a tutti i soci in regola con
                  l'iscrizione all'Associazione Culturale ClaB, è riservata
                  l'entrata anticipata per assistere alle prove dei concerti.
                  Pertanto l'ingresso è previsto alle ore 17:00 presso i
                  cancelli contraddistinti dal cartello "Ingresso ClaB",
                  dove sarà necessario esibire la tessera ClaB, un documento
                  d'identità e il biglietto valido per il concerto in programma 
                 
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