Costituzione apostolica “Universi dominici gregis” ed apertura del Conclave

di Stefania Scarpulla

 

Promulgata il 22 febbraio 1996 da Giovanni Paolo II, la costituzione “Universi dominici gregis” contiene le norme per la nomina del nuovo Papa.

Divisa in due parti ben distinte, l’una relativa al tema della vacanza della sede apostolica, l’altra alla procedura per l’elezione del romano pontefice, contiene alcune novità che riguardano la sistemazione  dei cardinali e la maggioranza richiesta per l’elezione del Santo Padre.

Per la prima volta i cardinali sono ospiti della Domus Sanctae Martae, appositamente fatta preparare all’interno delle mura vaticane da Carol Vojtyla, per evitare che gli elettori venissero sistemati con letti di fortuna all’interno dei Palazzi Apostolici, in una situazione di disagio e di disorganizzazione, che molto poteva influire sulla necessità di eleggere in fretta il nuovo Papa, pur di uscire dal Conclave.

Hanno diritto ad eleggere il Santo Padre tutti i cardinali di Santa Romana Chiesa che, al momento della morte del Sommo Pontefice, o nel giorno in cui la Sede Apostolica resta vacante, non abbiano compiuto l’ottantesimo anno di età. Il numero massimo degli elettori non deve superare i centoventi.

Tutti i Cardinali elettori hanno egualmente il diritto e il dovere di entrare in Conclave. L’unico motivo che potrebbe portare un elettore a non partecipare alla votazione è un grave stato di malattia o un grave impedimento, che dovrà essere riconosciuto come tale dal Collegio dei Cardinali. Questa volta gli elettori sono 117, ma solo 115 sono entrati in Conclave. Due Cardinali sono assenti per grave infermità: il filippino Sing  ed il messicano Rivera. 

Essendosi aperto il Conclave nel pomeriggio di lunedì 18 aprile, la prima sera, alle ore 20,05 circa, i fedeli presenti in piazza S. Pietro hanno potuto ammirare la prima fumata, erroneamente indicata come bianca, ma rivelatasi successivamente nera. Spesso, nei Conclavi precedenti, era stato molto difficile identificare il colore della fumata. Nei tempi antichi, nella stufa presente nella cappella Sistina, venivano bruciate le schede utilizzate, insieme alla paglia: paglia asciutta per la fumata bianca, bagnata per quella nera. Questa volta, accanto alla tradizionale ed antica stufa, ne è stata installata una nuova, altamente tecnologica, in cui vengono inseriti fumogeni dei due diversi colori, a seconda della fumata che si desidera. Ma, anche con questo nuovo modus operandi, l’interpretazione del colore non è subito chiara e si è deciso che, in caso di fumata bianca, saranno suonate a festa le campane della Basilica, in modo da evidenziare ancor di più la notizia dell’elezione del nuovo Papa.

Una volta raggiunto il quorum di 77 voti, contate le schede per convalidare la sessione di voto, il cardinale decano o colui che dovesse farne le veci, chiede all’eletto se vuole accettare l’incarico proposto. Qualora la risposta fosse negativa, si procede ad un’ulteriore votazione. Se invece la risposta risulta  affermativa, il decano chiede con quale nome vuole diventare Papa e quale saranno lo stemma e il motto del suo pontificato. C’è da ricordare che, morto il Pontefice precedente, il Cardinale Camerlengo aveva sfilato l’anello del pescatore dall’anulare destro del Santo Padre e ne aveva distrutto il sigillo, in modo che non fosse permesso ad alcuno di produrre documenti con lo stemma papale durante il periodo di Sede vacante. Ora, eletto il nuovo Pontefice, l’oro del sigillo viene nuovamente fuso per produrre il nuovo anello. La tradizione vuole che tale oro sia quello che si tramanda dall’epoca di Pietro.

Dopo le prime formalità, previste dall’”Ordo Rituum Conclavis”, il nuovo Vescovo di Santa Romana Chiesa viene condotto nella Stanza delle lacrime”, così chiamata per il pianto versato davanti a tale nuova condizione. Dopo essersi spogliato della veste corale da cardinale, il nuovo Pontefice indossa la veste bianca, preparata nella stanza in tre misure, dalla più piccola alla più grande, i paramenti e le scarpe di pelle rossa.

Pronto per presentarsi alla Chiesa di Dio, il nuovo Pontefice viene annunciato dal primo dei Cardinali Diaconi che, affacciatosi dal loggione centrale della basilica, pronuncia la formula di rito “Nuntio vobis gaudium magnum, habemus papam”. Poi comunica il nome di battesimo del nuovo eletto e il nome con cui ha scelto di chiamarsi. A quel punto il Santo Padre si affaccia e, dopo aver salutato i fedeli in piazza, pronuncia un breve discorso, seguito dalla benedizione “Urbi et orbi”. Poi si ritira nei palazzi apostolici e rompe il sigillo posto all’entrata dell’appartamento papale, sigillo con cui, prima del funerale del suo predecessore, il cardinale Camerlengo aveva chiuso le stanze pontificie. 

Nei giorni immediatamente successivi all’elezione, il nuovo Papa celebra la solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato, alla presenza del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede. Entro breve tempo prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto.