Il bagno all'alba nell'ineffabile turchese della Guitgia, il resto della mattinata nelle cale con scogli, pomeriggio-sera con Claudio: se non č stato un sogno, ditemi cos'č stato!
Una prima osservazione a caldo: Claudio č un signore. Chi altri si sarebbe fatto rubare la scena con tanta serenitą, seppure da "pezzi da novanta" come Morandi e Antonacci? Non certo, ad esempio, il divo Venditti che si č mostrato permaloso, capriccioso, e alla fine,
anche scorretto. Offesosi per quel gesto ironoco di Claudio ("taglia"), ha poi mostrato poca voglia di inserirsi nello spirito della serata, e, per chiudere, non č uscito con gli altri per il coro finale. Vecchie ruggini, si sa.

Ma se non aveva voglia, perchč č venuto? E Claudio, perchč l'ha invitato?
Forse gli rode che a portare un fiume di gente a Lampedusa, a parlare
di immigrati, č stato quello stronzetto della maglietta fina, il
cantore dei buoni sentimenti (ripugnante espressione), guardato dai cantautori  intellettuali e impegnati degli anni 70 con tanta sufficienza ( a dirla pulita). La sua assenza nel finale mi ha disturbata perchč non č stato solo un gesto poco carino nei
confronti di Claudio, ma una mancanza di rispetto nei confronti degli altri cantanti e nei confronti del pubblico.
Ecco, il rispetto per il pubblico: anche qui Claudio ha pochi rivali. In tante ore di prove e spettacolo il rispetto, e direi quasi l'affetto, trasparivano dai sorrisi, dagli sguardi, da ogni gesto.
Ho scoperto, dal vivo, la voce di Dolcenera e della Tatangelo; e poi, grande Povia, dolcissimo ed emozionato, con una canzone (quella sulla ragazza bulimica) di una tenerezza infinita e struggente,  ben preparato sul pezzo di Claudio. Gli auguro di restare capace, davanti al  suo pubblico, di fare oh!.
Se ogni tanto guarderą verso Claudio, ci riuscirą.


O'scią a tutti.

Antonella Messina