UNO SPETTACOLO A FORMA DI ME

E mi domando: ma cè stato o no?

In queste ore notturne, atipiche, o forse tipiche per uno che vorrebbe fare proprio questo, nella vita ( alzarsi tardi, mettersi al portatile, andare a bisbocciare da qualche parte, incontrare amici e far baldoria con loro al concerto del suo mito vivente, e poi rimettersi al pc alle 4,30 circa di una notte magica, per provare a stendere pensieri su emozioni incapsulate in unestasi coagulata attorno alladrenalina tipica di chi si è appena fatto una delle serate più indimenticabili della sua vita ), mi lascio abbracciare dalle note più calde, note dautore, note darte, che il Maestro ha lanciato nelletere piovigginoso di questo 26 Luglio 2004, e stento a credere di esserci stato, o di aver visto, o udito, e dunque, vissuto. Vivendo una sorta di magia, cercando di andare oltre un crescendo passionale, laddove unanima intimista, minimalista potesse finalmente accostarsi e, per la gioia dei palati fini, per lunghi tratti sovrastare laura e lindole baglioniana più puramente liturgica, e melodica. Cè stato? Ci sono stato io? Ormai ne ho visti abbastanza ( ma non moltissimi ) di concerti di Claudio, e dunque per certi versi dovrei essermi abituato a quegli eclettismi, quelle imprevedibili meraviglie che ogni volta sa donarci: insomma, non è da tutti spararsi un tour come Incanto, dopo averne messo in scena uno come Acustico, che resta e resterà negli annali come uno dei giri più fortunati e più new age del baglionismo che, personalmente, più ammiro. Ma, dopo uno stadio mirabolante di luci ed effetti e performer, e le performance del tri-palco di Crescendo, in effetti, non mi sarei aspettato, per quando lo avessi sognato da tempo, che Claudio realizzasse uno spettacolo di questo tipo. Uno spettacolo, a forma di me. Un incantesimo. Un Claudio Baglioni nostro, e molto, molto più mio, di tanti altri passaggi. Talmente mio da indurmi a chiedere: cè stato per davvero? Quando finirò di scrivere queste parole ( perdonate eventuali strafalcioni ) e poserò la testa nel cuscino, spero di continuare a sognare: e se non dovessi riuscire a farlo, spero di non addormentarmi per prolungare dal cuore e dalla mente, tutto intorno a me, la grandezza sublime di un qualcosa di divino, che contemporaneamente, sa di euforia e nostalgia. Perché, se anche hai vissuto una esaltazione unica, temi già che, chiudendo le porte di un giorno stupendo, domani, non potrai riviverlo. Un giorno che, a dire il vero, non inizia con i buoni auspici che avevo auspicato e desiderato, durante il periodo immediatamente precedente al concerto. Dopo una 15ina di giorni di mare, sulla via di casa mia vengo accolto da un sms di Ivan ( domenica pomeriggio ), il mitico, unico, irrinunciabile fratello Ivan, il quale mi informa ( tagliandomi le gambe dal panico! ) che a Napoli piove, speriamo non annullino il concerto. Prima ancora che potesse esibirsi nel suo nuovo tormentone (lo dicevo! Io dovevo andare a Cernobbio! Che poi ha anche un suono bello, imponente, Cernobbio!... non come Este, S.Leucio, nomi brevi, sfuggenti, mentre Cernobbio, suono maschio, deciso, e non minacciato da pioggia!), si accalcano oscuri presagi sulle nostre teste; i quali, più che presagi, paiono come vere e proprie nuvole, un po fantozziani, certo, ma anche un po ivaniani/danieliani, visto i precedenti. Man mano che le ore di attesa defluiscono e si fanno passato, il nostro presente di attesa diventa più cupo, in un cielo più chiuso, monocolore: ed è un colore triste, antipatico, che non ci fa sperare per niente. Sento via sms i miei più cari amici, e anche loro sono tesissimi per questo tempo inconsueto, per essere fine Luglio. E quando al melodramma ( del genere: ma perché dove ci mettiamo noi e uffa!... ma ogni volta che noi ma non è che per caso qualcuno porti sfiga?...) si affianca il desiderio forte e vivo di non chiamarcela da soli ( tanto che qualcuno di noi proporrà poi di fare vittime sacrificali in favore del Dio Apollo, o danze tribali per scacciare le nubi ), ecco che scendo dal treno che mi porta a Napoli Centro; esco dalla stazione ( con tanto di occhialetti da sole, sì, giusto per stemperare ) e, non appena il primo piede tocca il suolo non coperto e BOOM! Un tuono stronca lutopia, strappa il cielo, che aveva retto stoico fino al mio arrivo e via!, con la pioggia, che cade giù a dirotto! Evvai! Pioggia sulle nostre teste, sulle nostre attese e la paura, la paura vera, di andare fin lì, e tornare come dei fessi indietro. Che ci saremmo persi! Non oso pensarlo nemmeno! E ancora la pioggia cadde, e ancora, e ancora. Dopo aver incontrato la simpaticissima Antonella ( unica davvero! ), e soprattutto, il Maestro Ivan, che per glissare sul rischio inizia già a ipotizzare lo spostamento della data, con tanto di viso tirato e le orecchie tappate per non sentire la scaletta ( che Anto più volte ha rischiato di svelarci! ), e ovviamente il suo ormai consueto incipit ( dovevo andare a Cernobbio!), saliamo sul pulman di Tony Assante, che ci illustra anche alcune semplici coreografie da fare durante il concerto qualora venga fatto, cera da pensare. Nel pulman ritroviamo voci e visi, ma soprattutto Donatella, più felice che mai ( vero????), piena di entusiasmo, e di sorrisi enormi, e mi viene da pensare che Claudio, essendo un granduomo, non potrà deludere tutti quanti noi, e sarà più forte del tempo, anche se quel tempo era cattivo, nel senso letterale e metaforico e chi più ne ha, ne metta. S.Leucio si avvicina; durante il tragitto ci accompagna il dvd tutto in un abbraccio, e si pensa a come sarà, a che canterà, e a tappare la bocca ad Antonella, che ogni due per tre se ne esce fuori con un tentativo di divulgazione dei brani. Prima di avvicinarci ai cancelli, cè tempo per una Antonellata: la nostra cara amica compra un buffissimo bicchierino luminoso con dentro un po di coca, con tanto di cannuccia che non tira, e lei, divertita come una bimba, che ride in un modo bizzarro. Per non essere da meno, anche Donatella ne compra uno uguale. Sembrano due sorelline. La domanda è: chi vincerà tra loro due, nella gara delle canzoni? Ne saprà di più Dona o più Anto? Lo scopriremo solo vivendo ( che potrebbe essere il nome del prossimo tour di Claudio, chissà ). Il Belvedere di S.Leucio, in realtà, non ci sembra un bel vedere nel senso pieno del termine; a ben vedere, non cè da vedere che un brutto vedere, tra una pioggia costante, fina e fastidiosa, una brezza a scaglioni, ( che fa rima con?...) e le facce tese di chi, come noi, si affolla intorno ai cancelli per chiedere alluno e allaltro: ma il concerto si farà? E chi lo sa! Si avvicina anche Pio Spiriti, il quale, a mio avviso, oltre ad essere un musicista con la M maiuscola ( e direi anche la u, e la s, e qualche altra lettera, in maiuscolo ) è una persona umile e gentile: ma quel che vogliamo sentire, purtroppo, non può dircelo. Il dato di fatto è uno: il palco e la platea sono allaperto: con la pioggia, la strumentazione non può neanche essere predisposta per un soundcheck, per prove di qualsiasi sorta, il che ci induce a riflettere sul fatto che se non ci saranno prove, chiaramente, non ci sarà concerto. I minuti passano: la gente aumenta, la pioggia, pure. Al minimo rumore ( fossanche una sedia o una transenna che viene spostata), qualcuno di noi pensa: sono le prove? Non sono mai state così importanti queste cavolo di prove. Immagino lo stato danimo di Claudio: essere in balia del non so, quando si è un professionista meticoloso è decisamente tragico. Dovrebbe imparare a dominare i fenomeni atmosferici, un granduomo come lui che fa impallidire un tuono. E forse, ci riesce. O forse è larrivo della stupenda e bellissima Cristina, il cui viso radioso, i cui capelli biondi al vento e la cui amicizia unica e intramontabile le danno, tuttintorno, unaura magica. Al suo arrivo, dopo lunghi minuti, mezzore, ore di sconcertante attesa e dubbio e sensazioni poco piacevoli e il tormentone di Cernobbio, il cielo si apre, e le nubi si stendono altrove, e qualche raggio di sole, torna a colorarci gli occhi. Finalmente posso abbracciare e rivedere tutti i miei più cari amici: oltre a Cri, il mitico Max, che è davvero un vero fratello col quale ci si trova sulla stessa lunghezza donda, ed bellissimo, come lo sono Rosa e Titty, due perle di amiche, e i loro dolcissimi, scatenatissimi genitori. Solo più tardi arriva Vins, allora dei nobili, in quanto tale. Anche lui ci darà dentro, al concerto. Ma andare ai concerti di Claudio ( specie in Campania ) è come andare ad un matrimonio; ci si conosce tutti, e mentre giri, e attendi lapertura dei cancelli, incontri persone care, amici, conoscenti, che forse vedi solo ai concerti; appunto, come quei parenti che si incontrano solo ai matrimoni, coi quali scambiarsi brevi commenti di rito ( come sei bella, come stai bene, ti trovo in forma, eccoci ancora qui) si passa a parlare dellargomento del giorno ( che poi è tutti i giorni) ossia, Claudio. Io ed Ivan dobbiamo veramente faticare non poco per non scoprire la scaletta, e sebbene Antonella abbia trovato il modo per farci sapere, in via indiretta, la presenza di un brano che ha a che fare con la situazione meteorologica di S.Leucio, e nellaria si diffondano le prime note delle famigerate prove del concerto ( Claudio ha una voce strepitosa, ed entrambi, io ed Ivan, ci avviciniamo per ascoltare la grandiosità degli arrangiamenti acustici ) riusciamo nel nostro intento. Tutti lì: da Milla a Rosario, dal popolarissimo ed eclettico Dino a Massimo di Bn: passando per Francesco, Nunzia, Giulia, e scusate se dimentico tutti gli altri. Toccante, indimenticabile, è lapproccio col palco, al nostro arrivo. Ci siamo! Un secondo di raccoglimento, e annuso lattimo: eccomi. Ci siamo: allora, non è un sogno. Grazie alla solerzia di Cristina e Max, i nostri posti sono perfetti, spettacolari: mai visto Claudio da così vicino, praticamente gli eravamo a due passi. Tra laltro sono posti centralissimi, che permettono di avere una visuale a tutto tondo, e quel che vediamo è un palco apparentemente semplice, con scenografie minimaliste, con un edificio bianco alle spalle ed una condensazione strumentale tutta, o quasi, sulla destra, secondo una evoluzione semi piramidale, che porta le tastiere sul basso ( sulla destra ) e via via presenta i restanti strumenti su pedane più in alto, dal basso, alle chitarre, al violino, fino alle batterie. Cè ancora tempo di riabbracciarci tutti in una foto: uno scatto che farà epoca, nei nostri cuori. Poi, lemozione del palco. Del concerto. Del cuore che batte a mille.

IL CONCERTO

Iniziamo dalla band: la prima cosa che salta allocchio ( anzi, allorecchio ) è che il gruppo non solo è estremamente affiatato, a differenza di Crescendo, ma è composto da veri e propri geni e mostri delle sette note: il che fa presupporre che, in ogni caso, se tu accosti un genio ad un altro, e ad un altro ancora, ad ogni modo non trovi difficoltà nel mettere su uno show rodato e impeccabile. Un concerto strabiliante, emozionante, sorprendente. Magistrale e estatico. Da gustare a tratti a bocca spalancata, per le chicche che contiene; da urlare, da saltare, ma più che altro, da vivere nello stato danimo più mistico in cui si possa cadere durante una serata di musica. Perché non è solo musica, ma poesia, magia, ARTE. Note che ci dominano in tutti i sensi, e ti entrano dentro e ballano nella tua anima, e non sai mai dovè che finisci tu, e dove la musica di Claudio. Il più bel concerto che abbia mai visto, ancor più bello di quelli che, fino a ieri, mi erano parsi i più belli, e questo, sotto tutti i punti di vista. Il più bello per tutta una serie di motivi. Dalla scaletta agli arrangiamenti, tanto per incominciare. Il tour è un complesso intricato di passi dautore e di ricercatezze auliche ed eccelse, con contaminazioni e tecnicismi tipici di maestrie assolute del panorama musicale europeo e variazioni di genere e di sequenze che, oltre ad accontentare, finalmente, una fetta di pubblico più fedele ( ma forse più elitaria ), ha evidenziato il coraggio e il desiderio, da parte di Claudio, iceberg di un mini gruppo di sette geni, di rispolverare angoli meno battuti dai termometri di altre condizioni concertistiche, e di mettere in gioco, ancora una volta, la sua identità artistica a discapito dei suoi più battuti passaggi melodici, per edificare, attorno alla sua grandezza, lidentità vera che lo ha, da sempre, contraddistinto. Quella di un eroe in musica. Che decide di andare controcorrente sempre, e di stupire, senza mai restare uguale e fine a se stesso; rischiando in prima persona, e appunto, cercando di andare Oltre se stesso. Solo così si può spiegare la chiamata di uno dei più grandi musicisti europei, Giblin, il cui basso ormai ha diritto di cittadinanza, è una vita anchegli, e parla, comunica, esiste. Dice cose sublimi, entra nella musica, è la musica. Era in trance, mentre suonava. Valeva da solo il prezzo del biglietto. Ed io ero in trance nel sentire parlare il suo basso, tanto che più spesso di quanto avessi mai pensato, finivo per guardare lui e il resto della band, che Claudio in quanto tale. Gli arrangiamenti, il vero fiore allocchiello. A differenza di Crescendo, dove dominava il pop, anche se impreziosito da piste e coloriture varie, e dallo stesso Acustico ( concerto a cui, credo, Cercando è legato da più di un sottile filo rosso ), il quale era popolato da una tendenza guida di genere, vale a dire una musica più scarna e elettro- jazz ( come maestro Ivan insegna ), Cercando mette ancora più in alto la linea dellauto-competizione, con la quale Claudio tende a far sempre meglio: è un concerto prettamente elettrico ed elettronico, laddove anche linizio acustico è dominato da una carica ed una energia maggiore di quella che si poteva inizialmente pensare; a farla da padrone le chitarre ( varie, dallelettrica allacustica, agli assolo latineggianti ) di Gianolio, ma soprattutto ( tralasciando Giblin) Gavin Harrison; mattatore della serata dallinizio alla fine, il più tecnico e sofistico batterista dEuropa muta al confine tra lhard rock, nel quale, come è noto, prevale la veemenza, la potenza e latmosfera calda piuttosto che la tecnica e la pulizia di esecuzione. Harrison, però, riesce ad essere tecnicamente perfetto pur nellaccalorato clima esplosivo del rock. La scaletta; non avrei mai potuto immaginare che avrebbe davvero fatto canzoni che amo così tanto, e come me, moltissimi altri. Anche quando, nei giorni precedenti, io ed Ivan fantasticavamo su quel che avremmo voluto che cantasse, finivamo col dire: ma tanto non le farà. E invece, le ha fatte! E tutte ( o quasi ) quelle che volevamo che facesse, andando a rispolverare un disco magistrale come VSCDT che tanto adoro, e brani che, molto più di altri, da tempo volevo sentirgli suonare e cantare: sembra che Claudio sia entrato nella testa dei fan più esigenti o abbia spiato sui nostri post, e alla fine, abbia fatto ciò che vogliamo. Adesso, non so quanti saranno daccordo con me. Ma non me ne frega niente: ha cantato dei gioielli in musica, ed è come se lavesse fatto solo per me. Per lennesima volta mi ( ci ) ha stupiti: ora non vedo come potremmo pretendere altro. Ha fatto tour su tour, cambiando continuamente brani, tipologie di vestiti armonici, scene, ambientazioni, luoghi e band. Che si vuole di più? Solo una cosa: che continui a farlo. Non scordiamo mai che Claudio è luomo che pizzicava le corde del piano durante Incanto, facendo uscire fuori suoni originali, per un concerto solo pianoforte; ha poi cantato a cappella e gospel, e in rap, e in rock, e perfino con tanghi spagnoleggianti e con aspirapolvere e phon. Adesso ci ha messo pure quei brani che, un po tutti quelli che seguono Claudio oltre i passerotti, non possono che bramare di udire in una esibizione live; ed è come se ci avesse fatto un ulteriore regalo, per ripagarci degli sforzi, dei sacrifici, dei dispendi di energia che ogni volta facciamo ben volentieri: questo perché Claudio è sinonimo di garanzia, oltre che di ARTE. E quando tu sai che il PIUGRANDE ARTISTA MUSICALE ITALIANO (ed uno dei più grandi del mondo ) si unisce ad una delle BAND PIUGRANDI DEL MONDO, parti già dal presupposto che non potrai essere deluso. Semmai, ritornerai a casa camminando a due metri da terra. E io non sono mai tornato così appagato ed esterrefatto dopo un suo concerto. Il che vuol dire che si è superato una volta di più. Mitico! Nello specifico: TOUR CERCANDO 26 LUGLIO 2004 Belvedere di S.Leucio ore 22 circa:

SCALETTA:

Strada facendo: L'inizio è particolarmente intimista; Claudio da solo alla chitarra accenna la sua hit più gettonata, necessaria per un inizio tour in Gerundio! SF è ritmica e spoglia, landazzo è acustico, e ad un certo punto, man mano che il pezzo si evolve, entrano in scena i musicisti, i quali accompagnano Claudio ognuno con una sua chitarra, a dimostrazione della poliedricità di questa band, appunto, polistrumentale. Claudio è visibilmente sereno, o per meglio dire, rasserenato, come il cielo. La sua voce appare subito limpida. Il pezzo è ineccepibile. VOTO: 6

Io sono qui: Il concerto inizia a svilupparsi secondo la sua trama più acustica, per poi in seguito divenire elettronica ed elettrica. Qui, con Claudio sempre alla chitarra ( finalmente un tour tutto suonato, poco parlato, con pochissimi fronzoli e fatterelli, e la musica al cento per cento presente; Claudio, inoltre, collabora fattivamente in tutti i brani nella composizione dellassetto armonico della scaletta, dimostrando di essere in gran forma anche da quel punto di vista ), si passa ad una irruenza maggiore, capace di scatenare subito la platea ed avviare lo show immediatamente verso un più fruibile incastro, in funzione di passaggi più ricercati allinterno. Godibile fin da subito il rodaggio e laffidabilità della band italo-inglese. VOTO: 6,5

Tutto in un abbraccio: Claudio passa al pianoforte a coda, posto tutto sulla sinistra del palco. I musicisti lo accompagnano, larrangiamento è sulla falsariga di Crescendo, e il brano resta uno dei più riusciti ( e già più amati e cantati ), se non altro perché unisce i fan più esigenti e quelli più conservatori. La voce di Claudio è impeccabile. VOTO: 7

Amori in corso: Primo sublime ritorno. E in pompa magna! Una confezione musicale che fa paura: magistrale, bellissima. Un mix di sonorità e di incroci strumentali che fanno rabbrividire, è la prima chicca della serata, e il primo brivido lungo la schiena. Ottimo Pio Spiriti, ma è tutta la band che si esalta, specie in questi passaggi più ricercati. VOTO: 9

Mai più come te: Claudio ritorna alla chitarra, e offre al pubblico la più baglioniana dellultimo sono io; il pubblico apprezza, con tutta una serie di candeline che accompagnano le melodie allungate di questa hit destinata a proseguire a lungo nelle richieste da fan. VOTO: 6,5

Signora delle ore scure: Da questo momento in poi inizia un trittico da rapimento estatico! Credo di essere stato in preda alle visioni oniriche quando la band ha attaccato questo meraviglioso brano, con tanto di dedica di Claudio, e con tanto di arrangiamento ancora nuovo di zecca, ulteriormente arricchito dopo la parentesi di Crescendo ( durante le prove ); meraviglioso laccordo strumentale, un po bossa nova, un po pop-rock. Uno dei momenti più toccanti di tutta la serata. La voce è elegante, ma ogni tanto Claudio dimentica le parole. VOTO: 9.5

Male di me: Nonostante un momentaneo black out sul finire della coda creata ad hoc ( sublime, sublimissa, sublimale! ) che Claudio spiegherà in seguito elogiando i tecnici per la prontezza di riflessi e la rapidità con cui hanno lavorato in una serata difficile minata da tutta una serie di inconvenienti ambientali, il brano è uno dei più carichi, esplosivi, e potenti. Eccezionale Harrison, e assolutamente un ALIENO Giblin: larrangiamento, senza tanti preamboli, è ruvidamente rock; un rock puro, potente, trascinante. Capolavoro. VOTO: 9,5

E ancora la pioggia cadrà; Slow rock, o pop fortemente cadenzato, poco importa. E uno dei pezzi più poetici e più trasformabili di tutta la discografia baglioniana, purtroppo troppo spesso dimenticato, eppure da me molto, molto amato. Vorrei sentirla suonare sempre; dopo Male di me e Signora delle ore scure, è stato pari ad una visione paradisiaca. La pelle e il cuore si sono alienati in uno struggimento palpitante. Stupenda. Peraltro interpretata in maniera straordinariamente sentita da Claudio, e diretta da un grande Gianolio, ma sorretta dal basso di Giblin, che era un concerto nel concerto. Per non parlare di Pio Spiriti ed Harrison: insomma, il momento decisivo, quello che ha fatto sì che potessi pensare che se il concerto fosse finito lì, sarei ritornato già pienamente ammaliato ed esaudito. VOTO: 9,5

Avrai: Larrangiamento e linterpretazione sono consuete, ma sale alla ribalta laccompagnamento di Pio Spiriti, che passa da uno strumento allaltro come uno come me passa dal clacson dellauto al campanello di casa. Mitico. VOTO: 7

Mal d'universo: Mi illumina di immenso. Non riesco a cantare, e mi accorgo, solo dopo che il pezzo sfuma, di essere a bocca aperta. In un altro pianeta. In un altro posto; anche io, sommerso e emerso nella stasi destasi. Attorno a me cè Ivan, Cristina: tutti rapiti. Perfino Antonella resta colpita. Il brano viene accompagnato da un generale silenzio, alcuni perché non conoscono le parole, altri, come me, perché sono commossi, invasati, incantati. Non ho parole. Il più bel concerto che abbia mai udito. Da sentire chiudendo gli occhi: non importano gli effetti luci, non importa il palco, non importa un cavolo di niente. Se anche fossi stato in ultima fila, o bloccato nel bagno o altrove, Mal duniverso avrebbe dato un senso, come spesso lo da nel silenzio della mia stanza, a tante cose che provo, e al perché adoro la musica di Claudio, e il Viaggiatore sopra ad ogni altra cosa ( Oltre permettendo ). Vorrei sentirla ancora, e ancora. Un colpo di genio, di classe. Senza parole: VOTO: 10

Un mondo a forma di te: Arrangiamento stile Acustico, un ritorno decisamente voluto, e nel particolare, un sound che si colora di alcune striature di un rap caracollante, che tanto ti fa amare il brano, e in alcuni tratti di un sottofondo segnato dal basso di Giblin che tocca le corde più profonde e le gole più buie di quello che è il piacere uditivo di chi, in fondo, va ad un concerto per ascoltare musica dautore, tanto nella tematica quanto nelle strumentazioni, che, mai come questa volta, sono davvero penetranti e leggiadre. VOTO: 9,5

Quante volte: Brano classico e apparentemente irrinunciabile, in una diversa forma quasi a collante tra due momenti particolari ed intensi ed una successiva fase più rockettara e più nazional popolare. Ancora una volta, grandiosa lintricata rete delle sfaccettature armoniche offerte dalla band. VOTO: 6,5

Adesso la pubblicità: Apre un momento estremamente intenso: ottima la pulizia dei suoni, ottimo Claudio, come sempre, ma grandissima la magia di Giblin e co, che riescono a riproporre una versione stile acustico ancora viva e densa di atmosfera. E un brano che non delude mai, e capace, come pochi altri, di passare da trasformismi a versioni estemporanee. VOTO: 7,5

Notti: Laria rockettara continua su di una Notti bellissima, e finalmente entrata di diritto come mostro sacro da scaletta: è un rock pulito, in cui si evidenzia il genio di Claudio, a mio avviso il migliore dei tutti i tempi; seguito a ruota da Harrison e co, anche in questo pezzo, il nostro Claudio ci mette unincredibile esplosività. VOTO: 8

Tienimi con te: Toccante, come sempre, interamente dominata da Claudio, al piano, è forse uno dei momenti rimasti più impressi al pubblico, che ha dovuto affrontare le peripezie di una scaletta coraggiosa e certo, a prova di fan davvero sfegatato. E la gemma in musica che è sempre, ed uno di quei brani destinati a fare storia. Voto: 7,5

Quei due: Brividi. Finalmente ritorna, dopo liniziale approccio di Crescendo e la limitazione a qualche sporadica apparizioni in prova dello stesso scorso tour invernale. E, forse, tra i brani di SONO IO, il pezzo più artificioso, complesso e oscillante, sia sul piano vocale ed armonico che su quello del tema e della scelta narrativa della storia in se. Da grande estimatore del Claudio filmico, e del Claudio capace di mettere a repentaglio la struttura classica dello strumento canzone, ho ammirato con devozione e trasporto questo capolavoro, che spero resti a lungo in scaletta. VOTO: 8

Serenata in sol: Si passa al momento serenate. Durante SIS Claudio presenta la spettacolare band, tagliando così il pezzo per arrivare ad una coda più spoglia. Il basso di Giblin, ancora una volta, andrebbe pagato a parte. VOTO: 7

Con tutto l'amore che posso: Altro tipo di serenata. Lasciato solo sul palco dai musicisti ( che, presentati, escono momentaneamente di scena ), Claudio offre alla platea, dopo un breve discorso, la sua prima serenata. Emozionante, necessaria. Voto: 7

Chi c'è in ascolto: Sorpresa! Incredibile ma vero, questo tour ci indica un Claudio decisamente voglioso di riproporre le pagine più complesse della sua recente carriera. E un rock molto acceso, un rock a tratti non baglioniano, ed è molto evidente la mano di Harrison, che via via si trasforma in un batterista quasi metal, come nel caso di Gagarin. Man mano che ci si addentra nel concerto, non si finisce di vivere lo stupore. Come è possibile che Claudio abbia fatto davvero tutte queste perle? VOTO: 8,5

Cuore di aliante; Ancora Viaggiatore. Questa volta è la versione acustica, ritmica e strumentale a far vibrare le corde del cuore. Voto: 7,5

Sono io: Sulla scia dei recenti tour, arriva il momento della ultima hit in ordine di tempo. Larrangiamento è il consueto, ma ormai si è in un clima caldo, tipico di un concerto decisamente elettrico, ed è lo stesso Claudio, a più riprese, a vincere la platea, invitando tutti a saltare, alzarsi e partecipare allemozionante successione di rock. Voto: 7

Grand'uomo: Da brivido anche questa, ma diversamente dagli altri momenti più acustici. E una festa in piena regola, e il misticismo delluomo che vince le avversità per realizzare il sogno ( farci assistere a questa incredibile nottata di note ) è realizzato. VOTO 7,5

Gagarin: Incredibile e toccante. Versione da me a te, ma quasi più veemente, più poderosa. E strabiliante è Claudio, nellesecuzione. Un maestro, un superman della voce. Un rock in piena regola, in cui la parola dordine è lesplosione di adrenalina. Si sente la musica provenire da ogni parte, e si viene travolti dalla musica, cosicché ci si ritrova fluttuanti in aria. VOTO: 9

medley:Questo piccolo grande amore Amore bello E tu Sabato pomeriggio Solo E tu come stai VOTO COMPLESSIVO: 6,5 ( glielo perdono, il medley!)

Noi no: Continua il rock, in questo finale tipico, senza particolari stravolgimenti, e forse doveroso, dove tutta una serie di innovazioni magari da digerire, per qualcuno. VOTO: 7,5

Mille giorni di te e di me: Versione classica con finale alternativo, e con Claudio che si arrampica positivamente sul finale. VOTO: 8

La vita è adesso; Versione Crescendo, con tanto di salta sulla vita, e voce impetuosa. Anche questo è ormai un vero e proprio rock. VOTO: 7,5

Via: Apoteosi oltre ogni limite. A via non gli si chiede più nulla, ormai, se non di far chiudere il concerto in un ballo generale e entusiastico. Ma certo, se un mostro senza pari come Gavin Harrison riesce a dare vita alla musica, con un finale roboante come un tumulto di tuoni, si capisce come Cercando sia un tipo di concerto, nel senso pieno del termine, assolutamente irripetibile. VOTO: 7,5 Fianco a fianco: Saluti finali con un coro a cappella da brividi. Ottimo. Voto: 8

Daniele Silvestri