La nascita del natale

Il Natale e' una festivita' cristiana che celebra la nascita di Gesu' Cristo.

Nessuno sa esattamente quale sia la data esatta della nascita di Gesu', ma i cristiani la celebrano il 25 dicembre.
La prima menzione che si ha che Gesu' sia nato il 25 dicembre risale al 336 A.D.. Questa data e' stata influenzata presumibilmente dai festival pagani che si tenevano in quel periodo. A fine anno infatti gli antichi romani facevano dei festeggiamenti in onore di Saturno e nel Nord Europa varie popolazioni celebravano verso la meta' di dicembre delle feste per la fine della stagione del raccolto. Come parte di questi festeggiamenti, si preparavano delle pietanze particolari e si decoravano le case con delle piante sempreverdi. Intorno al 300 il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell' impero romano. Nel 1100 il Natale era diventata la festa religiosa piu' importante dell' Europa. La popolarita' del Natale crebbe fino alla Riforma, un movimento religioso del 1500. Questo movimento diede origine al Protestantesimo. Durante la Riforma, molti cristiani cominciarono a considerare il Natale una festa pagana perche' raccoglieva molte usanze non cristiane. Nel 1600 questa festa religiosa venne considerata in Inghilterra e in alcune colonie americane fuorilegge proprio a causa di questi aspetti pagani. Tuttavia ben presto la nascita di Gesu' venne di nuovo festeggiata considerando maggiormente l' aspetto cristiano della festa.

 

 

 

 

La leggenda dell'abete di Natale

In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si reco' nel bosco alla ricerca di un ceppo si quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardo' piu' del previsto e, sopraggiunta l'oscurita', non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incomincio' a cadere una fitta nevicata. Il ragazzo si senti' assalire dall'angoscia e penso' a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparo' dalla neve sotto di esso: era un abete. Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormento' raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbasso' i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.La mattina si sveglio', senti' in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, pote' con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani.Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno.
Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra.

 

 

La leggenda del vischio

C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante.L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Usci' di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levo': - Fratello, - gli gridarono - non vieni? Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi
vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava
chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero. Ma dove andavano? Si mosse un po' curioso. Si uni' a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli!
Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender piu' caro.
E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e
nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva
niente, lui che era ricco.
Arrivo' alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri.
- Signore, - esclamo' - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E comincio' a piangere. Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuo' a piangere, e il suo cuore cambio'.
Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

 

 

La leggenda della befana


Un giorno, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per Gesu' Bambino. Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro. Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all'ultimo minuto cambio' idea, rifiutandosi di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cerco' di raggiungere i Re Magi, che pero' erano gia' troppo lontani. Per questo la vecchina non vide Gesu' Bambino, ne' quella volta ne' mai. Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesu'.

 

 

La leggenda delle campane di natale


I pastori si affollarono a Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato re. Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo l'annuncio degli angeli, prego' i passanti di condurlo da Gesu'Bambino.

Nessuno aveva tempo per lui.


Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udi' in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame.

Penso' che forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove e' nato Gesu' bambino! e segui' la campana fino alla stalla ove la mucca porto' il bimbo cieco fino alla mangiatoia dove giaceva il neonato Gesu'.

 

 

Gli animali

Si dice che allo scoccare della mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, gli animali - in special modo gli animali nelle fattorie acquistino il meraviglioso ed inusuale dono della parola. Buoi, mucche, cavalli, maiali e polli iniziano a parlare tra di loro e si scambiano strani segreti sul genere umano, in particolar modo sui loro padroni. Ma non tentati di ascoltarli di nascosto! La leggenda dice che potrete attirare su di voi la sfortuna, la cecita' o addirittura la morte se tenterete di spiarli!

 

Perche' il 25 dicembre?

La festa di Natale non esisteva all'inizio del cristianesimo. E' solamente a partire dal secondo secolo che la Chiesa ha cercato di definire il giorno corrispondente alla nascita di Cristo, sulla quale i Vangeli non dicevano niente. Non c'e' certezza sul giorno esatto della nascita di Cristo. Le date piu' diverse furono proposte: il 6 gennaio, il 25 marzo, il 10 aprile, il 29 maggio. Tutte queste date, lungo la storia, sono state utilizzate per festeggiare la nascita di Cristo . Alcuni Papi hanno voluto festeggiare la nativita' nel corso del mese di marzo o di aprile. Le comunità  dall'Oriente si decisero per il 6 gennaio che era, presso i greci, il giorno dell'Epifania (apparizione, manifestazione) di Dionysos. La data del 25 dicembre apparve ufficialmente nel corso del quarto secolo al fine di fare coincidere la nascita di Gesù con le festivita' del solstizio d'inverno, celebrate da tempo immemorabile dai popoli europei. A Roma, corrispondeva la festa del "sol invtus" (il sole vincitore) in quanto in tale data le giornate cominciano ad allungarsi rispetto alla notte. La chiesa d'Oriente, che celebrava natale il 6 gennaio, ha adottato anch'essa il 25 dicembre su iniziativa di san Gregorio di Nazianze. La festa di natale non è¨ dunque il giorno reale del anniversario della nascita di Cristo, ma la celebrazione della venuta sulla terra del Salvatore.